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Selinunte

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Selinunte

L'antica città di Selinus fu la colonia greca più occidentale: fondata nel 650 a.C., deriva il suo nome da Selinon, in greco prezzemolo, pianta che i primi coloni trovarono in abbondanza sul territorio. Sorgeva su un altopiano delimitato a sud dal mare, ad est dal fiume Gorgocottone, ad ovest dal fiume Codione e a nord dalla collina Manuzza. A causa della sua politica espansionistica entrò in conflitto con la vicina città di Segesta, che, chiamando i cartaginesi in sua difesa, provocò la distruzione della sua rivale nel 409 a.C. Il siracusano Ermocrate la ricostruì nel 407 a.C. ma alla sua morte, avvenuta nel 406 a.C., la città tornò in mano ai cartaginesi. La città resta sotto il dominio cartaginese, con brevi parentesi di dominio siracusano, fino al 250 a.C., anno in cui i cartaginesi la rasero al suolo pur di non cederla ai romani. A causa delle devastazioni e dei saccheggi i templi vennero depredati e i terremoti succedutisi nel corso dei secoli compromisero ancora di più i resti della città. Fu Tommaso Fazello, storico domenicano, a riscoprirla. Il parco archeologico di Selinunte è oggi il più grande d'Europa: racchiude otto templi, cinque dei quali si trovano nell'acropoli, sita nel lato sud a strapiombo sul mare. Nella parte nord, corrispondente alla fertile collina di Manuzza, si sviluppò la città vera e propria mentre la collina orientale conserva i restanti tre templi, uno dei quali è dedicato a Zeus. A ponente rispetto all'acropoli si trova il santuario della Malophoros, divinità femminile, dove vennero ritrovati alcuni reperti storici come vasi corinzi e figure di terra cotta. Sono ancora individuabili le aree limitrofe alla città che furono adibite a necropoli.